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Guido d’Arezzo

29 Nov 2011 / in News, pedagogia musicale

Zoltán Kodály attinge a molte fonti nella sua opera di elaborazione di quell’illuminata metodologia di apprendimento del linguaggio musicale nota come “metodo Kodály“: guarda al movimento corale inglese, all’opera di Curwen e all’uso della solmisazione e della chironomia.

Andando indietro nel tempo è Guido d’Arezzo (1000?-1050?) a fornire la fonte primigenia della solmisazione: le sillabe del sol-fa ricavate dalle sillabe iniziali dei versi che compongono l’Inno di San Giovanni “Ut Queant Laxis“, dove ogni sillaba designa un suono dell’esacordo così composto Ut (do), re, mi ,fa, sol, la.

Particolare attenzione merita la solmisazione, che è uno strumento straordinario nel rendere intelligibile la musica. Cantare usando la solmisazione relativa significa fare musica in modo attivo e allo stesso tempo analizzare e comprendere la musica. Le sillabe della solmisazione denotano infatti la funzione dei suoni, rendendo possibile la comprensione immediata della relazione tra i suoni stessi: in questo sistema il primo grado o tonica di tutte le tonalità maggiori è sempre chiamato do, e il primo grado o tonica di tutte le tonalità minori è sempre chiamato la.

Il sistema della solmisazione relativa è uno strumento efficacissimo al raggiungimento di uno degli obiettivi dell’educazione musicale: lo sviluppo del pensiero musicale.

Il pensiero musicale, che procede per funzioni tonali e non per altezze assolute, è la capacità di pensare la musica, di capirla e parlare il suo linguaggio, il suo idioma, i suoi concetti  e di essere in grado di comunicare attraverso le sue uniche forme di espressione.

Come menzionavo sopra, Guido d’Arezzo è considerato il più antico predecessore del sol-fa relativo, e le sue innovazioni sembrano essere state in uso in Europa fino alla fine del XVI secolo. In seguito le sillabe sono state usate in diversi modi, da un lato per denotare la relazione tra i suoni, dall’altro per indicare l’altezza assoluta dei suoni (come avviene in Italia e negli altri paesi latini).

In Italia in varie scuole le sillabe continuavano ad essere usate in un senso relativo anche dopo il XVI secolo, come a Bologna, nelle scuole di canto in cui insegnava Bertalotti, tra il XVII e il XVIII secolo. I suoi “Solfeggi” (cantati naturalmente!!) continuano tuttora  ad essere un punto di riferimento in Ungheria, e sono assiduamente studiati nei Conservatori e nelle Accademie.

Kodály inizia ad interessarsi alla solmisazione relativa negli Anni Trenta, periodo in cui gli elementi più importanti del suo concetto di pedagogia musicale  sono già stati elaborati. Egli trova la solmisazione relativa uno strumento eccellente per il raggiungimento degli obiettivi al cuore della sua riforma:

  •  l’alfabetizzazione musicale in tutte le scuole (sulla scorta del coevo esempio britannico).
  •  l’efficienza nella formazione dei futuri insegnanti di musica
  •  l’efficienza nella formazione dei futuri musicisti professionisti

Altre fonti e antecedenti

Altri paesi, come la Svizzera, la Francia e la Germania, forniscono a Kodály utili esempi:

  • Weber già da tempo usa in Svizzera il DO mobile.

Sempre in Svizzera, Dalcroze diviene per Kodály un modello da seguire, per quanto riguarda alcuni elementi del movimento ritmico, come la marcia, il battito con le mani del tempo e del ritmo, e anche per un esercizio melodico, la “scala Dalcroze”, di cui parlerò in un articolo successivo. Da notare una grande differenza tra Dalcroze e Kodály: la continua enfasi di quest’ultimo sull’importanza del canto a cappella, fondamentale per lo sviluppo di una corretta intonazione, da cui la prassi rispettata in Ungheria di non usare il pianoforte durante le prove di canto corale.

  • Da Chevè, Francia, Kodály  trae la “nota volante”, bastoncino che termina con la testa di una nota, con il quale si delinea il contorno melodico negli esercizi di canto alla lavagna, molto utile per esempio nella pratica del “canto interrotto”. Chevè è da ricordare anche per l’ introduzione di un sistema di apprendimento degli intervalli basato sui numeri: ad un numero corrisponde una sillaba del solfa, divertitevi a scoprire questa famosa melodia intonando i seguenti numeri:

               1 1  5 5  6 6   5    4 4  3 3  2 2  1

  • Anche in Germania troviamo un importante riformatore dell’educazione musicale, Leo Kestenberg, coevo di Kodály: entrambi hanno in comune il senso di missione etica e politica che investe il ruolo del musicista e del pedagogo.